Luigi
«Il cinismo è l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere.» (Oscar \\nWilde) Citazione che introduce, una nota, meritevole \\nd’ascolto. La sua voce è tenuta, mentre mi espone le sue emozioni. È stata una conoscenza emotivamente rivelatoria: mi ha condotta alla conoscenza di una filosofia comportamentale comune a molti, spesso non riconosciuta. Un modo di reagire alle avversità impudente. Una sera stellata, al chiaro di luna, nella veranda prospiciente al giardino, seduta sulla panca, accanto a Stefano, il mio compagno, sorseggiando del prosecco, stuzzicando olive e crostini, abbiamo ascoltato in \\nvivavoce, Luigi. “Buonasera! Sono Luigi, svolgo il lavoro di infermiere, nel reparto geriatrico, in un ospedale al nord Italia. Ci sono stati moltissimi casi, tanti decessi, del resto è una consuetudine”. Un breve silenzio è susseguito. E poi, Stefano ha chiesto: “Come stai luigi?” • “Adesso sto bene, ma il timore che sia tornato \\ntutto alla normalità, mi lascia perplesso”. • “Hai paura che sia stato riaperto tutto troppo \\npresto?” • “No! Semplicemente la normalità non era \\nadeguata” Ho deglutito! Abbiamo compreso, da queste poche parole, che il punto di vista di Luigi e il suo modo di esporre i fatti, ci avrebbe svelato realtà da elaborare. Stefano, afferra il calice, lo dirige verso il mio sguardo e mi fa cenno di proseguire con la mia “intervista”. Mi sento troppo professionale, faccio fatica a sentire empatia senza guardare negli occhi chi ha fatto appello al suo coraggio, per raccontare il proprio vissuto ad una sconosciuta. Mi sento un po’ il peso di poter deludere le aspettative di speranza nel poter essere ascoltati e di poter lasciare un’impronta significativa nei cuori dei lettori. Bevo! Come il nostro amico, ascolto il mio cuore e mi schiarisco la voce. • Ti ringrazio per avermi permesso di scrivere la tua esperienza, qualora tu voglia leggere il tuo nome nelle pagine che sto pian piano realizzando, ne \\nsarei fiera. • “No, cambia nome” risponde semplicemente. \\nMi sento sollevata. Riprende il discorso dall’attuale situazione, chiarendo che, nel reparto geriatrico, si vive quotidianamente una situazione imbarazzante. È un luogo transitorio di premorte, o pre-ospizio. I parenti, oppressi dagli impegni lavorativi, abbandonano i propri cari, responsabilizzando il personale ospedaliero. Nella metà dei casi, susseguiti dai propri avvocati, affamati di errori inesistenti. Entrambi, alla ricerca di un capro espiatorio, qualcuno a cui fare causa. Nella convinzione che il posto, e chi si dedica completamente ai familiari, spesso in situazioni irrecuperabili, siano \\ninoperosi. Il personale scarseggia, i pochi infermieri si spostano velocemente da una stanza ad un’altra, i sistemi sonori, continuamente in chiamata. Quasi nessuno va a fare visita ai degenti, obbligando, i già troppo impegnati operatori sanitari, ad assistere anche durante i pasti i poveri anziani. “Durante il periodo covid , la situazione si è inaspettatamente ribaltata” ci confessa Luigi. Immaginate un lungo corridoio, tipico di un grande ospedale pubblico, metà del quale chiuso a zona, destinato esclusivamente ai contagiati. In quella zona, si poteva entrare esclusivamente muniti di apposita attrezzatura. Si disinfettava e sanificava, chiunque e qualunque cosa, entrasse o uscisse dalla porta sigillata. Il personale doveva, per direttive, indossare il materiale per quattro ore, poi ci si spostava nella metà immune o \\nin farmacia. “Essendo calvo, tra le altre, ho sofferto molto il casco. Mi lasciava delle piaghe doloranti che mi ostacolavano le mansioni. Ho dovuto usare i cerotti per proteggere il capo”. Io e Stefano, abbiamo sorriso. Approfittando di questo momento di apparente leggerezza, la mia mente viaggiava. Ricordavo la filosofia del passato più remoto, quando il cinismo era vissuto e narrato, in modo diverso. Quell’istante di breve simpatia, mi ha portata a riflettere sulla felicità: questa dipende, fondamentalmente, dal compimento dei propri desideri, siano essi di natura spirituale o materiale. Desiderio e realizzazione, sono inversamente proporzionali. Un processo evolutivo che mette a confronto, secoli di obbligati insegnamenti pseudo cristiani, in cui si denaturalizza l’essere, rendendolo buonista o, nella stessa misura, cattivista. Nell’unico intento di salvarsi, da ciò che si ritiene minaccioso. Il/la lettore/lettrice, mi permetta di esprimere una breve parentesi. Le scelte di vita, dettate dalla inconsapevolezza, possono fluire in due stadi emotivi illusori. Il buonista, è certo che, essendo dalla parte giusta, qualunque scelta faccia, non precluda gli altri. Allo stesso modo, il cattivista, è certo che attaccando, sarà salvo. In entrambi i casi, ci si illude che le azioni non abbiano conseguenze sul pianeta, sugli altri e soprattutto su se \\nstessi. «Amo le persone miti perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola“, tanto da farmi pensare che la città ideale sia quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale». Norberto Nobbio "Elogio della mitezza". Abbiamo avuto a disposizione molto tempo in quarantena, abbiamo avuto modo di conoscere la solitudine e molti, in svariati modi, l’hanno trasformata in un alleato per "comprendere". In quanti hanno perseverato l’immenso vuoto? Le mie parole sono rivolte a chi, come me, ha conosciuto quel vuoto, la morte e la rinascita, il cambiamento interiore che lascia nel cuore la giusta pace interiore. Vi invito a cercare gli espedienti, "estrarre i piedi dalle avversità", perché il mite, è colui che in esse, si distacca dai beni materiali che accendono la cupidigia, non si lascia ardere, ma con equilibrio e rispetto verso il prossimo, con assertivitá, cambia l’ambiente circostante, co-creando consapevolmente. Ed ecco che , una certa dose di cinismo, può rappresentare un’alternativa costruttiva alle illusioni. Mi centro , torno in me e chiedo a Luigi, qualche particolare della sua vita. Vive solo, anzi con un criceto, va a lavorare a piedi, nel percorso per andare e tornare dal lavoro , si ferma in un bar a cui è affezionato. Ama la città in cui vive, c’è sempre molta gente e c’è divertimento. Tutto questo è mancato durante il \\nlockdown. “Suono in una band, andiamo in giro per locali, siamo quattro amici, che a tempo libero, si dedicano alla passione per la musica”. Il suo tono era magicamente cambiato e per un istante ho sentito una conferma alla mia suddetta parentesi. “Una parte della mia famiglia è lontana e l’altra la vedo poco, causa lavoro e a volte piacere, visti gli impegni con il gruppo musicale. Sai le prove e poi suoniamo dal vivo….” La sofferenza di molti artisti, è stata, in questo confinamento, il non poter interagire col pubblico. E dopo giornate sfiancanti e tristi, non poter trovare gioia nei propri hobbi, ha ridotto la sopportazione. Luigi, come molti altri, ha affrontato con diligenza e rispetto, la sua mansione, ma non sopporta il fanatismo e resta lontano dal degrado psicologico di chi vuole ad ogni costo apparire un eroe. Mi ha raccontato la sua storia, superando le sue priorità senza pretese. Ti ringrazio di cuore e come promesso ci vediamo per un tuo concerto. Non mi ha voluto indicare una soluzione, ma le sue parole suggeriscono che il tempo dedicato al suo lavoro non ha un riscontro appropriato, per questo mi auguro in futuro che si prenda in considerazione che le priorità andrebbero rivalutate, per il bene di chi si dedica ai pazienti e per essi stessi. La massima te la dedico io, spero sia di tuo gradimento: DARK NECESSITIES RED HOT CHILLI PEPPERS.
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Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.
\nEinstein \n \nMi sono fatta un tuffo in un mare di molteplici punti di vista. \nHo raccolto dal fondo una manciata di sabbia, ve la dono. \nNon c'è un posto per la psiche femminile, che sia sociale, che ci accomuna, che ci riconnette con il nostro passato, con le ferite che hanno subito le nostre antenate. \nStamattina, sono andata a controllare il nodulo, tutto bene. \nNella sala d'attesa, c'erano svariate donne, tutte per lo stesso motivo. \nInsomma, io non sto mai zitta, mi piace fare "comunella", sentire altre persone, sapere cosa stanno provando, di conseguenza il confronto è stato naturale. \nSono curiosa, emotivamente, quindi alla fine ci siamo sfogate, raccontate e tutto mi è sembrato molto piacevole. \nHo un'intelligenza emotiva, anche altre donne in questa occasione, come molti altri, del resto. \nNel corso del tempo, queste nostre particolarità, sono state prima soffocate, poi sfruttate e per secoli additate. \n Perché? \nPerche avete paura di amare, l'amore non si controlla e arriva a tutti e io voglio vedere i vostri visi quando succederà. \nMa, la gente, vuole un Salvatore, vuole un avversario, da questo nascono molti problemi che non ci si riesce a spiegare. \nVe li spiego io, li lascio in questo blog, ho io il piacere di scrivere per prima. \n"Avete rotto i coglioni". \nChe decidete? Che fate riunioni, preghiere, riti, sacrifici? \nCon quale permesso? Da chi l'avete acquisito? Ma soprattutto come cavolo vi permettete? \nl'ipnosi! gli alieni! i folletti! tutte le creature che sentite e prenderebbero anche forma, sono emozioni. \nE voi che fate? Mica vi curate del motivo per cui tutto accade, volete semplicemente attingere benessere, dividere, etichettare. \nMo è uscito sto fascicolo, della Cia, declassificati, tradotto, un progetto per fare viaggi astrali, detto in termini logicomatematici, per sapere cosa possiamo diventare. Ve lo dico io: delle merde. \n Avete già iniziato male. \nCome ti permetti di entrare nel mio campo vitale? Come ti permetti? \nMa tanto, il bene trionfa sempre e non vi dirò cosa accadrà, perché ho le mie deduzioni, nessuno me le ha dette né in sogno, né in visione, né da rapita. \nÈ la mia intelligenza emotiva che mi permette di capire gli altri, che ho nei miei 43 anni, esercitato, come si fa per i compiti a scuola. \nHo dedicato la mia vita alle emozioni, la mia empatia, è un meraviglioso dono, ma voi dovete sempre rovinare tutto il bello che la natura ci offre, uccidendo i sogni, divididendo tutto in scomparti. \nPS: A quelli che cancellano dalla mente delle persone la verità, o la estrapolando, o la etichettano, voglio dire: 🤣🤣🤣🤣🤣 \nMi fate ridere. \nSe voleste davvero aiutare, dareste libertà di associazione di simboli, non vi prendereste il merito di una eclatante e UNIversale bugia e soprattutto, non verrà mai cancellata, prenderà altri nomi perché sa quello che sapete voi. \nLe religioni, vecchie e nuove, non fanno altro che comprendere ciò che voi non capite, prima che accada e cavalcano il cambiamento NATURALE, approfittando di noi. \nLa curiosità e la ricerca, sono talenti da recuperare sia da noi donne, sia dagli uomini, che io ammiro. \nCercate di comprendere ciò che vi scrivo: tutto ciò che la natura crea è a nostro vantaggio, il nostro resistere e forzare, crea attrito che si trasforma e si ricrea. \nPerché? Perché fare e rifare gli stessi errori commessi durante la storia della nostra esistenza? \nLa società è libera dalle vostre gerarchie e i tentativi sono ridicoli e apparentemente funzionali. \nQuesta è una deduzione personale da una semplice donna curiosa. \nÈ da quando ho ricordi che non sopporto i gruppi, perché se stavo con uno non potevo stare con gli altri. \nMa che me ne frega a me? Io voglio stare con chi mi pare, ascolto tutti e non giudico, non tradisco e non parlo male, ma voi filtrando attraverso le vostre azioni che capite? \nMeglio non scrivete altro perché mi vengono solo parolacce quindi chiudo qui. \nGrazie per aver letto. Giusi Si può far sembrare reale ciò che reale non è?
Da molto tempo, si trovano oggetti che chiamiamo "fuori tempo". Qualunque sia l'obbiettivo, ciò che il cervello compie è una sistematica e organizzata serie di pratiche: •raccolta delle informazioni •osservazione del fenomeno •scelta dei parametri da misurare con uno strumento, ovviamente di misura •ipotizzare •teorizzare •sperimentare Questo è il modo che si usa per realizzare qualunque progetto. A molti piace teorizzare e sperare che gli altri facciano il resto, preludendosi il divertimento. Tornando agli oggetti ritrovati e senza spiegazione. Molte volte ho spiegato che non conosciamo la storia tutta, che poco si è svelato ai nostri occhi. È per questo motivo che il blog si chiama "il sogno di maya". Maya è illusione e il sogno è una parte di qualcosa ancora inesplorato. Oggi non vi parlo di emozioni, vi parlo in termini di meccanica quantistica, nel modo a me più consono, nella speranza di giungere ai vostri cuori. La realtà è l'origine dell'irreale, tutto nasce da un obbiettivo, che inizialmente è un pensiero. L'immagine definitiva non ancora studiata, utile a comprendere una realtà indefinibile. Le parole hanno un significato, indefinibile vuol dire non definibile, ma costruibile e mutabile, se diamo un'occhiata a tutto ciò che ci circonda, anche alla storia stessa. Ad esempio, la materia oscura esiste, ma non è ancora stata misurata. L'osservatore, ha il ruolo di sperimentare e determinare i fenomeni della realtà che ad oggi definiamo quantistica. Storicamente i grandi fisici erano interessati alla filosofia e si interrogavano costantemente senza arroganza. La fisica quantistica, però nasce sotto un flusso filosofico, vedi Einstein, che con la sua frase "Dio non gioca a dadi" ha, in qualche modo evidenziato, che le probabilità sono indefinite. Lui non sapeva o meglio, aveva compreso ma il suo ruolo impone, giustamente una serie di esperimenti con gli stessi risultati. Oggi ho poi scoperto, questa parola: contestualità. Osservazione e precisione sull'interazione dell'apparato di misura e il sistema fisico. Cioè, non c'è indipendenza tra l'osservatore e l'osservato. Quindi la combinazione emotiva di chi osserva, crea una natura che però sceglie in che modo agire. Per essere più semplificativa vi faccio un esempio: la luce è la realtà, i fotoni sono ciò che avremmo chiamato irreale. Per armonizzare i cicli interiori, serve esperienza, serve che tu sia osservatore curioso e umile. Ma soprattutto, centrato nel tuo cuore, agisci e reagisci nel bene. Non ferire, non approfittare. Vedete, molti parlano di queste cose e poi? Poi si vendono e svendono. Quando, come me, hai visto bambini su una sedia a rotelle o attaccati ad un macchinario per vivere, persone immobilizzate e occhi così pieni di solitudine, cazzo, e perdonatemi il termine, non si arrende se un giorno non ha il vestito adatto. Storicamente, ci sono state migrazioni che hanno causato cambiamenti evolutivi, che hanno permesso di riorganizzare le priorità. Lo fanno le piante, gli animali a volte estinti, gli insetti, i fiori e anche noi esseri umani. La metilazione del DNA ad esempio: è come se un pennarello cancellasse le istruzioni nel nostro manuale. Diciamo che il DNA sia un libro, queste istruzioni cancellate, restano presenti, ma mascherate. Tutti gli esseri viventi hanno, nelle loro cellule, lo stesso dna, anche se diverse, con lo stesso manuale d'istruzione. In questo periodo, la gente soffre, le frequenze modificano l'ambiente esterno e succede un disastro. Ma niente, parlano, parlano, spiegano con musichetta terrorizzanti dicendoti di non avere paura. Personalmente ho una tv spenta da non so quanto, sembra un quadro🤣🤣 Quindi, per me la realtà è una percezione e mi auguro che la osservino molte persone di buon cuore che abbiano il solo fine di aiutare. Ma credo, fermamente, che in un così vasto universo, ciò che non vediamo, interagisca liberamente scegliendo, come gli atomi se essere onda o particella. Visti i reperti del passato e la continua mutazione della specie, mi aspetto una nuova "razza", che abbia un quadro più ampio e che applichi giustizia. Non perché io sia una pecorella smarrita, chi mi conosce sa' perfettamente che posso essere cattiva, ma perché ho sempre scelto l'umiltà e la pazienza, perché non mi sento dio, come molti credono di essere. Piuttosto molto, molto umana. Su youtube, parlano di alieni, di microchip, di manipolazioni, di psiche deviata.... poveri, vi dico, molto sinceramente, state attenti, guardate la vastità dell'universo, cosa vi fa credere che la terra e noi esseri umani, serviamo a qualcosa? Che egocentrici! Ma poi a me non dovrebbe manco fregarmi di dirvi tutto ciò, perché aiutarvi? Non mi piace il male che fate, non mi piace che sacrificate bambini, non voglio guerre.... voi cosa pensate? grazie per aver letto, Giusi Discussioni tra psicologi, ad un certo punto:
"Le associazioni - dice Grünbaum - non possono continuare indefinitamente, e se al paziente intelligente e immaginativo è permesso di continuare abbastanza a lungo nelle sue associazioni, dalle sue rimuginazioni emergerà, allora, prima o poi, qualsiasi tipo di contenuto tematico del quale è stato recentemente cosciente: pensieri sulla morte, su Dio o su quel che si voglia. Ebbene, “di fronte a questa elasticità tematica delle associazioni, come può l'analista evitare una tendenza alla selezione che non sia in qualche modo fallacemente anticipata, essendo inevitabilmente costretto a delimitarne la durata?”. capira' solo cbi e' pronto: E io vi chiedo: come può una persona esterna, che ha anch'essa i suoi limiti, i pregiudizi, il vissuto e gli studio di altri individui, darvi una risposta? libertà è prendersi la responsabilità delle proprie azioni e questo non a tutti garba. Sta di fatto che qualsiasi verdetto è una percezione e non la verità assoluta. Io mi occupo di emozioni, di forza di volontà, scrivo d'amore senza limitarlo, senza etichettarlo, perché il tempo è infinito e indefinibile fuori dalla materia. Mentre ciò che è certo, è che come per il sasso se ne può fare l'uso che si vuole, così con tutto il resto, perciò siate liberi! Come potete prendervi il lusso di dare per certo, ciò che siete limitati a pensare. Sono troppo stanca di sentir parlare a vanvera e di essere additata ed evitata. Il bello? Che credono di sapere tutto loro e le persone lì seguono come pecorelle. Ma che ve lo dico a fare? Sono anni che scrivo, l'ho detto in tutti i modi che conosco. Vediamo se oggi qualcuno può comprendere: Nessuno vi rapisce. Gli psicologi e gli psicoanalisti non hanno le chiavi della vostra mente, non possono interpretare ciò che vedete, perché sono messaggi che voi stessi vi siete lasciati. I sogni, sono ricordi, persone che vi aiutano perché sentono che siete speciali, non a tutti si risveglia la matrice cellulare, quindi si! siete speciali. State aprendo il nuovo mondo, cercate di usare equamente i vostri doni, credete nelle vostre intuizioni e troverete le risposte... e fidatevi saranno più semplici di ciò che adesso avete paura di affrontare. Il vecchio combatte il nuovo, non combattete come fa lui, cercate alternative nelle opportunità. Accettatevi, non fatevi giudicare, i sogni hanno bisogno di essere ascoltati, ricordati, ci sono contenute molte civiltà, noi stessi, secoli fa, facciamo e rifacciamo le stesse cazzate, perché ci fidiamo del vecchio. Si, facciamo bene, ma rivalutiamo, ascoltiamolo e consideriamo ciò che di giusto abbiamo fatto, senza rifare gli stessi errori. Anche l'acqua ha la sua memoria, le lacrime, tutto è energia, vibrazione e memoria. Voglio aggiungere: la mente è capace di farsi venire una stigmate perché crede in dio, è in grado di autolesionarsi quanto di guarirsi, è capace di creare ciò in cui crede davvero. Perché la affidate ad altri? E' come avere un biglietto aereo e lasciar volare un altro. Per restare in tema di viaggi astrali. Io non vado da nessuna parte. Io ragiono, mi confronto, intuisco, faccio prove. Se avreste continuato il percorso con altri come voi, avrebbe preso tutta un'altra piega, perché si sarebbe arrivati insieme ad una spiegazione olistica. Invece! Tanto queste parole, giungeranno ad un un archetipo, più che ad un gruppo di persone. l'ipnosi è una visione a distanza impartita da una figura esterna, che interpreta ciò che l'ipnotizzato ha subìto, ma non è temporalizzabile, tanto meno comprensibile, non lo è! Non lo sarà mai! Sapete che io scrivo sempre "l'essere umano" non lo capisco? e' ovvio che ne faccio parte, ma mi piace rompere le scatole; sicuramente provengo da una scimmia, ma anche da un rettile e faccio parte anche di tanti tampi, perché sono scritti dentro noi. A me non mi interessa il parere altrui, io cerco e non mi arrendo. Gli alieni, probabilmente esistono, sicuramente, ma non sono loro che comunicano con noi, hanno forme diverse da come le descrivete, lo intuisco vedendo la natura, ha più fantasia di noi. Penso che ciò che vediamo nei sogni, sono ricordi di una memoria passata, dei nostri antenati che ci parlano. Noi avevamo la testa grande in un tempo diverso da questo, che coesiste con tutti gli altri tempi. Chi è prescelto, badate bene: PRE-SCELTO? Chi nasce con un senso diverso dagli altri e questo deve essere studiato dai caproni, seno' non sono contenti. Non è in nessun luogo e in tutti i luoghi. Qui abbiamo imparato ad usare la parola Dio, ma non saprei come definirlo, lo imprigionarei, ma so che contiene tutto. Discorso, molto più umano di quel che credete. Ovviamente questo è il mio punto di vista, da persona semplice che non critica i diversi, non vede gli "alieni", ma vede energie bloccate nel DNA. Vabbè basta per oggi va! Non vorrei destabilizzarvi...... Vi dico di più, l'essere umano ha fatto prove sul dna e ha inventato speci, informatevi, qualcuno vuole nuovamente condizionarci e imprigionati usando la paura che è un emozione che blocca le capacità ancora assopite. ps. Lassù, significa sempre noi, ma se credi che gli alieni ci hanno modificate con il loro "sangue", abbiamo le stesse capacità e non tutti.... E se pensi di essere stato contattato, sappi che puoi usare i vantaggi. Se invece pensi di essere stato rapito, perché gli strumenti attuali ti fanno vedere solo questo, allora sappi che se studi cosa sei, farai qualcosa di buono per il futuro della specie, perché ciò che non facciamo noi, dovranno farlo i nostri figli. È una fatica ascoltare, sognare, ricercare, capire, dividere, esaminare e finalmente concludere in un punto di vista. Mi auguro di essere letta, non perché mi serve la vostra approvazione, semplicemente perché ci sarebbe un interrogativo da considerare. buon viaggio terrestri😜 Giusi EMMANUEL Voci dal popolo, armonizzano il sistema Durante il percorso di questa straordinaria esperienza che è la vita, ho imparato a conoscere me stessa, osservando con empatia, senza giudizio alcuno, le persone e i trascorsi che le hanno rese semplicemente speciali. Ragion per cui, ho deciso di raccogliere le emozioni con cui medici, infermieri, pazienti e persone comuni, hanno affrontato questo periodo storico, difficile e imprevedibile, con la certezza che, la conoscenza dei fatti realmente accaduti, quando hanno una voce e un volto, quando raccontati testualmente, raggiungono cuore e mente di chi vuole sapere la verità. Con umiltà e qualche timore, espongo la quotidianità di tutti coloro che hanno sentito il bisogno di condividere le difficoltà, immersi nel ruolo sociale e familiare. Molte anime sono state strappate ai propri affetti, in un modo atroce e disumano, dobbiamo onorarli facendoli conoscere al mondo per ciò che erano e per l’ingiustizia subita, senza colpe umane; probabilmente qualche errore c’è stato lascio a voi la morale, l’interpretazione è personale. In questa epoca, in cui le notizie volano da cellulari a cellulari, alla velocità dei pensieri stessi, si è portati alla superficialità dei sentimenti, all’affrettato giudizio e soprattutto al dimenticare apparentemente le negatività. Sottolineo questo concetto, per permettervi di cambiare posizione di osservazione: “quando si lancia un sasso in un lago, si formano delle onde che si espandono e poi la calma, ma sul fondo, quella pietra resta”. Così questa tragica opportunità, che il coronavirus, ci sta offrendo, potrebbe assumere il peso di un macigno in cui la prossima generazione inciamperà, oppure potremmo, elaborare e trasformare, immergendoci nella vita reale e nella sofferenza delle minoranze, consapevolmente. Una realtà quotidiana, in cui chiunque ci si può rispecchiare, perché i fatti, provengono dal popolo, dalle difficoltà che ognuno di noi ha subito, dal coraggio di chi va avanti nonostante tutto, da coloro i quali, seppur in disaccordo con un sistema ancora troppo piramidale, che non rispetta l’essere umano in quanto tale, ma valuta in base al ruolo che la società etichetta e premia senza meritocrazia, è obbligato a stare a regole di un gioco, ormai insopportabile. E ci si aspetta che qualcosa cambi, che la vita assuma una natura più consona al rispetto per la vita, alla libertà di scegliere in armonia, di mettere a disposizione dell’umanità, i propri doni, le capacità innate. Ci si aspetta, malgrado secoli di ingiustizia, che il tempo dedicato al lavoro, non sia fine a se stesso, ma donato all’evoluzione della specie, per noi, ma soprattutto per i nostri figli. Si desidera, visti i disastri impartiti alla terra, un nuovo ordine sociale, che miri al miglioramento, all’uguaglianza, partendo dall’ accettazione delle diversità, delle minoranze di qualunque genere. Si spera in un presente meno materiale, in cui non si ostenti con spirito esibizionista, il proprio stato, sbandierando pubblicamente la certezza di essere superiore, alimentando l’ego, già troppo narcisista. Nessuno di coloro a cui ho prestato la mia attenzione e il mio prezioso tempo, vuole una medaglia o vorrebbe essere considerato eroe, infatti i nomi sono di fantasia, perché se si vuole un cambiamento, si parte dal proprio interno. Un sincero e doveroso GRAZIE, per avermi resa parte integrante delle emozioni che si sono intrecciate, GRAZIE, per aver messo in luce il proprio vissuto, Grazie per aver trasformato il masso dimenticato nel lago, in un primo gradino da cui iniziare l’ascesa verso la realizzazione di un avvenire equilibrato. GINEVRA Questa è la storia di una donna, nata al sud e trasferita al nord, per lavoro, in cerca di una vita migliore di quella che il suo paese potesse offrirle. Sposata, con Biagio, ha un figlio, Alessio di 7 anni. Lavora come cuoca in una struttura, insieme ad altre colleghe. Qualche mese prima di febbraio, ha iniziato questo nuovo percorso lavorativo, dopo aver superato vari traumi familiari, dopo aver elaborato nel suo cuore e nella mente il lutto e tutto ciò che gli addii ti portano ad accettare. Ama la famiglia, è scritto nel DNA, i meridionali, hanno il cordone ombelicale costantemente vigente, eterno. I rapporti con i familiari non si limitano ad una telefonata superficiale; i discorsi sono animati e sentiti, assistere ad uno scambio di opinioni tra meridionali, potrebbe farti arrivare alla conclusione, che il rapporto è giunto al termine, invece, nulla cambia. Ci si può permettere il lusso di essere se stessi fino alla radice delle proprie ferite interiori, urlare e prendere posizioni ferme, che tutto resta inalterato. Le diversità caratteriali, o le scelte non condivise, scuotono gli animi, ma non murano l’Amore incondizionato. E' un patto che si fa da bambini, inconsapevolmente, che resta una certezza. Stabili radici a cui attingere nel momento del bisogno. Lei è una donna semplice, trasmette al suo bambino i valori che custodisce gelosamente, gli dice la verità e lo educa all’amicizia, gli insegna ciò che lei ha dovuto imparare a sue spese, gli dona ciò di cui ha sentito la mancanza. E’ timida, ha gli occhi scuri, malinconici, nascosti dalle spesse lenti dei suoi occhiali. Nel suo sguardo ci sono ancora lacrime cristallizzate che le donano un fascino enigmatico. Quando ha iniziato il lavoro nella clinica privata, non sapeva ciò che avrebbe visto. Era preparata a tutto, ma la realtà supera la fantasia, soprattutto quando a capo di un’organizzazione, da cui ti aspetti amore per la vita, c’è un solo Dio, il dio denaro. Metà febbraio 2020, i bambini restano a casa per la chiusura delle scuole, lei madre, ovviamente conosce la situazione che si sta vivendo nella regione in cui vive, ma a lavoro tutto tace. Nella cucina dell’ospedale, ci si scambiano le prime opinioni sul silenzio che i "capi" stanno tenendo, considerando che l’azienda che le ha assunte, gestisce le mense scolastiche. Il lavoro continua nelle stesse modalità di sempre: velina per proteggere il cibo dei pazienti, cappellino, guanti in lattice e giro per tutti i reparti per la consegna. Non ci sono mascherine, non ci sono precauzioni e il trasporto avviene da una camera all’altra. Si chiacchiera con gli anziani, si cerca di farli sorridere e ci si sposta con tranquillità, regalando parole confortanti. Le degenze sono lunghe, è difficile non creare un minimo di rapporto umano. Quando ci siamo sentite, le ho chiesto se le sembrava un errore, l’omertà, mi ha risposto che, con coraggio, dopo una lunga chiacchierata con le colleghe, si era fatta portavoce con la cooperativa, le aveva espresso le stesse mie perplessità, ma che fu accusata di essere allarmista, e che qualora ci fossero stati motivi reali di contagio, o di casi COVID19, avrebbero preso provvedimenti. Eppure, ognuna di loro, nel tragitto per il ritorno a casa, in macchina, immerse nel silenzio, dopo vari pensieri e valutazioni, decidevano, in assoluta solitudine, di stare lontane dai cari. Ginevra normalmente, dopo il turno, correva ad abbracciare il suo bimbo, le dimostrazioni d’affetto, sono costanti e attese da entrambi, ma al ritorno, in quei giorni, la consapevolezza che in un semplice bacio, potesse nascondersi un contagio, la teneva gelida. I bambini di tutta Italia hanno sofferto moltissimo questa quarantena, hanno subito un attacco alla libertà, alla spensieratezza, al gioco condiviso alle riunioni con i familiari, ai festeggiamenti, e, in alcuni casi, come in questo, anche l’amore dei genitori. Ginevra dopo aver inspirato profondamente e trattenuto qualche istante l’aria immessa, espira. E con un filo di voce tremolante: "Sai Giusi, Alessio allungava le braccia verso di me, con i suoi occhioni scuri. Ci leggevo speranza, ero tentata. Avrei voluto stringerlo tra le braccia e rassicurarlo. Ma, uno sguardo complice con mio marito, faceva comprendere che doveva sostituire i miei abbracci. Mentre a me restava, il dover giustificare, con equilibrio e parole facilmente percepibili, che non potevo, che lo facevo per proteggerlo. E ripensando, col senno di poi e gli eventi successivi, abbiamo fatto bene. Biagio, mio marito, lavora con la mia stessa ditta, ma in un altro posto. Lì, è tutto chiuso, quindi trascorre il tempo con Alessio. Sono felice di saperli al sicuro in casa, a inventarsi nuovi giochi, a creare la quotidianità, lavoro più serena....". Inspira nuovamente! Io approfitto della pausa, mi verso un bicchiere di acqua aromatizzata, menta e lime (le preparo spesso, il colore e il gusto li scelgo accuratamente, per il mio benessere). Sorseggio, mi rinfresco, nonostante io sia l’uditrice, mi siedo. Per qualche settimana, Ginevra, ha continuato a fare il suo lavoro, sopportando un po’ l’accusa di essere apprensiva, intanto però molti colleghi, per cause personali, erano in malattia o in infortunio. Il personale iniziava a scarseggiare. "Quindi, ciò che sento è un’emozione indotta dall’esterno?", si chiedeva tra una preparazione di una pietanza e un’altra. La risposta non tardò ad arrivare. Le prime indiscrezioni, su una paziente colpita dal virus, nella stanza 13, arieggiavano nei corridoi. Floriana, la collega con cui Ginevra ha un rapporto di amicizia, con cui si confronta anche come madre, è certa, la paziente a cui la mattina avevano chiesto le preferenze sui pasti della giornata, era infetta. In cucina, le due amiche, in preda a un tumulto di emozioni, si chiedevano cosa fosse giusto fare. Si chiedevano come procedere, in quale modo avrebbero potuto continuare ad affrontare le giornate. A questo punto, io ho finito l’infuso dissetante. Immaginavo le due donne in quel luogo, tra gli odori tipici della cucina, guardarsi negli occhi chiedendosi cosa fare. Il coraggio di proseguire i propri compiti, non era in discussione, nessuno dei pochi colleghi voleva fuggire, ma premeva a tutti, ottenere precauzioni per limitare i danni. Ancora non avevano le mascherine, nessuno li aveva avvertiti rendendoli parte complementare di una squadra inefficiente. Nonostante ciò, il timore di essere nuovamente accusati, li conteneva. Tutti riuniti al piano sotterraneo della struttura, nella cucina dell’ospedale, rivolsero lo sguardo a Ginevra, che per l’ennesima volta, dovette rappresentare il gruppo. Affronta Dora, la capoarea dell’azienda, che inizialmente, con tono sfacciato, nega, destabilizzando la donna. Il giorno successivo, i casi erano due, le semplici richieste di mascherine e attrezzature adeguate si fecero insistenti. Intanto, per salvaguardare la propria vita e le rispettive famiglie, nonché gli altri degenti, il "gruppo cucina", aveva acquistato mascherine e guanti, lavabili e riutilizzabili. Intorno al 15 Marzo, i casi erano circa 24. A questo punto, si materializza il necessario per i nostri amici. Piccola parentesi per il/la lettore/lettrice: personalmente ero incredula, non mi sembrava possibile che ancora non avessero le tute e le mascherine con visiera, mi chiedevo come fosse possibile, mi saliva una certa rabbia sapendo la strafottenza, passate il termine, di Dora. (Dicendo Dora, mi riferisco a molti intermediari tra azienda e dipendenti). Credo che Ginevra abbia compreso il mio silenzio, perché li giustificava in un certo senso, spiegando che non c’erano abbastanza entrate da permettere l’acquisto del materiale. Respiro profondamente e il racconto procede. Le ore trascorse a casa, erano sempre meno, si stava più in cucina e con i colleghi. Sempre gli stessi. Un giorno, dalla finestra che affaccia nell’atrio del complesso, si vedono 3 figure. Caschi tute, guanti. Sembravano extraterrestri", ghigna proseguendo. "Trasportavano, su di una barella, un corpo infilato in un sacco. Con il nome, scritto con un pennarello nero, sul telo bianco. Il nome della donna a cui, molte volte, abbiamo rivolto le nostre attenzioni, nel periodo della decenza. Raggiungevano, con passo deciso, la camera ardente, situata difronte alla cucina. I sacchi, sono di quelli usati per il recupero dei cadaveri, per intenderci. Avvolti in una doppia protezione che è solo l’inizio del trattamento da svolgere”. Alla nostra amica, è stato spiegato, in seguito che usavano molta attenzione per sanificare la salma, anche per prevenire eventuali contatti esterni in caso di rottura dei sacchi. Nella procedura prevista per il trattamento di questi casi, l’ultima accortezza riguarda la testa. Viene messo una sorta di cappuccio in modo da evitare le possibili dispersioni di residui d’aria dalla bocca. “Ognuno di noi, nel silenzio del proprio credo, ha pregato per l’anima della defunta. Non c’erano parenti a piangere, a dimostrare, per l’ultima volta, l’affetto. In cuor mio, speravo bastassero, le nostre lacrime". Purtroppo, dopo qualche ora, il secondo decesso. Stesso procedimento, questa volta però, il corpo era chiuso in bara di metallo. Conseguente chiusura di un reparto, trasferimento di un comparto e trasformazione in zona Covid19, di un’altra sezione. Proprio in questa zona, i colleghi si sono rifiutati di entrare a dispensare i pasti. Si confidava, ora più che mai, in un riguardo per tutelare tutti. Diversamente, furono minacciati di richiamo al direttore, avvertimento invano, perché il suddetto direttore, con cautela e considerazione, diede dispozioni a favore delle richieste insistenti. Ormai si lavorava per inerzia, a volte, per qualche istante, si invidiavano i colleghi scampati al pericolo, ma poi con coraggio, si faceva appello al senso del dovere, alla volontà di donare, senza aspirare a nulla. E in effetti, questo tempo dedicato a bilanciare le carenze altrui, le decisioni superficiali e la mancanza di rispetto, non sarà neanche retribuito, ed avendo la maggior parte, un contratto a termine, ad oggi, non sappiamo a chi sarà rinnovato e se potranno mai recuperare le ore straordinarie. La funzionalità dell’istituto privato, torna alla normalità. Ma le emozioni, restano contrastanti. Siamo ai primi di Giugno, mentre scrivo, leggendo dagli appunti presi durante il racconto di Ginevra. Tra le domande rivolte ai miei "comuni eroi", c’è l’ultima, che concluderà ogni capitolo, in cui chiedo di esprimere se stessi con una citazione o un pensiero proprio, nel momento presente. Ginevra, mi ha evidenziato una semplice, ma evergreen, di Totò: "la livella" . Rileggendo la massima riassumo nel mio cuore che: "Quando un individuo passa a miglior vita, nulla è più come prima: si perde tutto, la vita e “o ‘nnome”. Le distinzioni sociali sono un aspetto della vita quotidiana, un marchio che ci si porta dietro nel corso dell’intera esistenza pregiudicando in molti casi, l’opinione altrui, il classico pregiudizio. Tali differenziazioni, al termine della vita, scompaiono con essa. I titoli non hanno più alcuna validità, sono “buffonate” appartenenti al mondo dei vivi. Mentre le anime sono diverse, rese serie dalla morte che ha eliminato le gerarchie sociali, le differenze illusorie. E rivivendo le modalità che il coronavirus ci ha obbligati a tenere, mi rendo conto che le considerazioni di Totò, sono ancora attuali. Grazie per aver letto! Dialogo con la Dea 0.0🥰
\nDimensioni non ordinarie ma intrinseche alle percezioni. \nNei tempi, si sono susseguiti ciclicamente religioni di cui abbiamo tracce antiche, l'archeologia ci regala svariate forme a cui l'uomo continuamente etichetta nomi e funzioni, spesso ai miei occhi più semplici di quello che vogliono farci credere. \nResta, di fatto, che da sempre ogni essere ha voluto creare uno spazio sacro in cui esprimere le proprie percezioni. \nAnche io continuo a dialogare con Dio, nella convinzione che possa ascoltarmi, ma oggi parlo della Dea. \nLa sacralità femminile, matrice primordiale, condannata e soppressa da una filosofia razionale, incatenata nel pregiudizio. \nViolentata, bruciata e dimenticata, in cerca di approvazione, ancora oggi commercializzando il suo fisico per compiacere. \nIo trascendono il limite dell'intelletto, creando il mio spazio interiore, sacro, per codificare la matrice emozionale, per dominare gli archetipi (arche'=origine; tipos=modello), perché non c'è una Dea in cui rispecchiarmi. \nNon ho bisogno di approvazione, e trasformo il pregiudizio della costrizione maschile imposta in un circolo vizioso. \nPosso essere madre armoniosa o terribile, provoco verbalmente per scuotere gli animi incoscienti. \nNella mia completezza personale, cerco parole gentili, per risvegliare la sensibilità e la giustizia. \nUn uomo, per quanto attento e conscio, non potrà mai possedere questa dimensione, perché non ha la matrice primordiale, non può generare e manifestare la vita. \nÈ parte anch'esso del flusso esistenziale, del campo unificato della realtà, ma geneticamente non ha la facoltà di trasmettere e creare. \nLe donne, possiedono compassione, amore, gentilezza, sensibilità e considerazione. sono connesse, alcune inconsciamente, al mondo spirituale al servizio delle energie divine, delle emozioni collettive e possono manifestare la realtà che più le aggrada. La sua bellezza, il suo fascino, il divino interiore, le permette di dare il meglio di sé in ogni situazione e realizzare il flusso esistenziale che la madre terra comunica. \nCondivido con voi, donne, queste certezze, nella convinzione che scoprendo le vostre debolezze e i vostri punti di forza, possiamo realizzare ricchezza, gioia e abbondanza per un presente stabile e giusto, in cui vivere serenamente: qui ed ora. Responsabilità Sociale
È un atto di coraggio volto alla fusione di due energie in principio 1. Una nuova Allenza🌈 In ognuno di noi ci sono queste due potenze, in alcuni contrapposte, in altri in equilibrio precario. Per molto tempo il femminile ha lasciato spazio al maschile per liberarlo dagli schemi mentali, pazientemente ha sofferto nella convinzione che aspettando, le divisioni sarebbero giunte alla pace. Purtroppo questo ha creato guerre e catastrofi, nonché il fisso ricordo di un forte dolore devastante. Io mediatrice nel mio essere, scrivo per la pace interiore, nella certezza che Dio ascolti il mio eco. Una formichina, custode del mio spazio sacro, in cui ricostruire una morale senza menzogne e ipocrisie, ho compreso che gli oppressori, sono ladri e costruttori di separazione e dolore, commercianti di bambini, violenti e pianificatori in cerca di ricompensa. Con mio stupore, ho compreso che la realtà può essere osservata e interpretata, come dice Einstein: "il sapere è il servitore dell'intuizione". Per questo motivo, cerco incessantemente le giuste parole per riempire quei vuoti secolari, per comprendere il perché nessuno paga per i delitti commessi e si erige a unico mediatore tra te e noi. Il mio non è un interesse economico, piuttosto un rifondamento di quello spazio sacro. Purtroppo, trovo i cuori incapaci di empatizzare per paura di rispecchiarsi nel proprio dolore, aggrappandosi ai doveri e ai piaceri. Mi rivolgo a voi, specchi di un padre riflesso in ogni corpo: fa male? Eppure, da madre, vi assicuro, dopo il parto c'è la vita. Non conosco i tuoi piani, Dio mio, ma ho fede. Una fede smisurata in due "non figure" eterne, archetipi di noi umani e mi auguro di esserci quando la luce del vero Amore giungerà ai corrotti. Dialogo con Dio 1.0
\nCaro Mio Dio 🌈 \nAnche oggi Martedì 16 Marzo 2021 ti scrivo, consapevole, che nel pronunciare queste mie, ci sia un trasferimento ondulatorio che giunga al tuo cuore, nella speranza che attraverso le mie esperienze, il corso degli eventi giunga ad una morale equa. \nOgni religione, attende qualcuno dall'alto che ristabilisca gli ordini in questo mondo-spazio-temporale. \nNon tutti, perché alcuni, pretendono di distruggere il passato, creando una nuova religione che le contenga tutte, in onore di un solo Dio. \nLa mia saggezza femminile, il mio essere donna e madre, non comprende. \nHo sempre pensato che una mente abbia il potere di convincerne tante, incutendo terrore, punizioni, violenza umiliazioni; ma non mi arrendo. Il mio cuore è grande e forte e continuerò a parlare al tuo, nella speranza che in molti comprendano e si ravvedano. \nMolte anime sono morte nella sofferenza, si sono sacrificate e ancora oggi lottano per il miglioramento. \nNel mondo che sento, ci si rispetta nonostante le differenze, conoscere un Dio di un "fratello" può arricchire ed emozionare. \nNon è ancora chiaro che la storia si ripete se il coraggio e la saggezza non giungono a chi detiene il potere. \nPosso comprendere, ma non accettare, troppe generazioni hanno patito in tuo nome ed è giunto il tempo di GIUSTIZIA. \nPer quello che penso umilmente, ogni religione ha il suo motivo di esistere, ha la sua tradizione, ha i suoi maestri e ha la sua psiche. \nCitando Emilio Del Giudice, pace all'anima sua: \n"Il cambiamento risuona, non esiste alcun oggetto al mondo che non sia isolabile, ma non dal vuoto". Per la ricostruzione è fondamentale una distribuzione. \nI comandi, non vengono da chi ne ha diritto e non portano alla salvezza e non contengono saggezza. \nInvece non sarebbe più opportuno, ti chiedo: \nRicordare le proprie origini, onorarle, prestare ascolto e con consapevolezza attingere alla saggezza? \nl'uguaglianza non è una parola a me cara, preferisco l'equità. \nmi spiego: l'uguaglianza distribuisce allo stesso modo senza curarsi di chi già possiede. esempio: io sono alta 1,61, stefano è alto 1,81; se ci dai un gradino per guardare aldilà di una parete, stefano vedrà, io no. \nequita invece è distribuire in base alle esigenze per annientare ciò che appare differente. \nse questo discorso lo si estende alle nazioni, ad un contesto sociale le responsabilità devono essere distribuite ponderatamente. \nIl diluvio non è accettabile🤗🤣. \nIl libro della vita, è stato scritto con sacrificio va onorato e integrato nel presente nel rispetto del futuro dei nostri figli. \nL'evoluzione in questo modo non assumerebbe forse un tempo moralmente Divino? \n grazie, Giusi 🌈💫💞 Dialogo con Dio
\n4444 \nRicordo quando mi hai chiesto dove volevo fare questa esperienza, la terra pulsava immersa in colori verde bianco e blu, un cuore pulsante, è stato amore a prima vista. con un dito ti ho indicato la terra e un arrivederci sereno mi ha trasportata in una famiglia speciale. \nMia madre aveva tanto amore inespresso ed è da lei che ho imparato la libertà, dedicando me stessa alla comprensione dell'essere. \nHo visto tanto dolore, tanti demoni, a cui la gente dona personificazione recando danni ai propri figli. Sono ignari di quanto la vita sia un dono, un sorriso, un arcobaleno dedicato in onore della vita stessa. \nCaro padre, qualcuno ha compreso come nascondere la verità, elevandosi a giudice sulla terra, alimentando l'ignoranza che ha preso forme diverse, nomi differenti. ha alimentato le paure insegnandoci il timore di Dio. \n478 \nil timore per un padre amorevole che dona continuamente innovazione e aggiornamenti. A volte tralasciando la sapienza per il forte amore nei confronti dei suoi figli, donando l'arte, la musica, la filosofia, la scienza la matematica, l'esoterico e l'essoterico e molto altro per farci sentire amati, per rallegrare le giornate, per onorare la Vita in tutte le Sue forme. \nHai permesso una pausa di 30° gradi, per lasciarci assaporare la libertà e la fratellanza, per farci comprendere il ruolo di custodi della vita. Siamo stati ingannati, qualcuno ha usato il proprio ego per elevare l'essere umano a Dio incarnato. \nPer secoli abbiamo avuto paura di non poter mangiare o pagare le bollette, vincolati da associazioni che si sono presi il diritto di monopolizzare.... cosa la natura? ma che cazzata Dio mio! \nPadre, si usano 12700 litri di acqua per fare una maglia e ci sono bambini che muoiono di sete. Quelli che tu hai scelto, hanno fallito. mi hai chiesto di parlare, ed io, scrivo per chi vuole comprendere, ma non ha capito nulla. Non hanno colpe, semplicemente sono soggiogati da ciò che è apparente. come falene attratte dalla luce, continuamente rinnegano la Vita. \n64 \nil tempo nel cuore è fermo, aspetto che le mie parole giungano a te, aspetto che chi ha sbagliato paghi. aspetto giustizia terrena perché so che ciò che sta in cielo sta in terra. \nHanno eretto templi sempre più grandi e magnifici dedicati alla tua grandezza, sacrificando anime innocenti. Hanno usato le pietre per uccidere, hanno trasformato tutto ciò che donavi, in qualcosa che giovasse a pochi. \nAdesso pronti per un nuovo ordine, scelto sempre da loro, hanno inscenato svariati teatrini per cambiare il nome, ma non la finalità. \nBasta! non è più accettabile dalla Saggezza. \nCoscienza, risvegliati in ogni cuore colpisci chi ha sbagliato consapevolmente, permettici di realizzare il tempo di Giustizia! Giusi 🌈 dobbiamo essere preparati alla morte, perché essa è compresa nella vita.
\nIn molti dei miei racconti, vi riporto ciò di cui la ragione ha bisogno, nutro la vostra parte razionale, del resto io per prima non posso definire il non tempo. definendolo lo imprigionarei in limiti umani, materiali. \nNon ho verità terrene, non ho esperienze soprannaturali e non ho ruoli sociali. sono aperta a tutto ciò che esiste, la natura in tutte le sue forme. \nSpesso confondiamo il non conosciuto e lo incantesimo temendolo e combattendo. Ci leghiamo a ciò che possiamo possedere, che altro non è che un ologramma, questa parola la uso per le persone razionali, che i nostri meravigliosi sensi, insieme all'organizzato corpo umano, ci permettono di materializzare. \ninsomma una collaborazione tra molte forze naturali a cui noi partecipiamo come esperienza. La vita è senza limiti. Il limite è solo terreno, lo percepiscono i nostri sensi che collaborano con le forze, siamo al tempo stesso uno e tutto. \nQuesta meravigliosa terra, in cui tutto ciò che esiste ha dato il contributo a renderla così come è, è parte della vita stessa. \nQuesta esperienza ci permette di conoscere altre parti della vita, che sono esse stesse in noi, perché ciò da cui proveniamo è una matrice, una madre amorevole. uso la parola madre, perché su questa terra, biologicamente, la madre trasporta i mitocondri e li trasmette alla prole. Beate Donne! \nl'esperienza della morte altrui, il lutto, è il dolore più forte che si possa provare, per alcuni, tanto forte da creare reazioni chimiche tali, da confondere la realtà di chi lo sta provando. \na questo punto che si fa? ci si allontana da quel dolore e lo si confina, per non sentire troppo la sua presenza. immaginate, lo copriamo, lo soffochiamo e lo lanciamo nel più remoto dei nostro ricordi. \nandiamo avanti fino a quando in altre forme, si ripresenta e nuovamente crolliamo. \nsapete perché? \nabbiamo dimenticato la fonte. ciò da cui proveniamo che tutto contiene in forme e spazio e tempo, diversi dai nostri (ricordate? percezioni terrene). \ned ecco quell'abbandono alle persone amate, diventa un arrivederci. il tempo è divisione, ma il tempo inteso sulla terra non è uguale fuori da essa. \ncomprendere tutto ciò significa sapere di essere importante nell'esistenza, dovrebbe farci sentire responsabili dell'amore per tutto, senza giudicare creando nuove separazioni inutili e infinite. \ncon questo non intendo che tutto si debba fermare, ma che siamo più responsabile di quanto crediate. \nPer questo motivo io esprimo ciò che sento, per chi come me si perde nelle domande dell'esistenza, attraverso la materia ricorda l'amore per la vita e comprende il proprio ruolo. \n il mio inno è rivolto alla memoria di coloro che abbiamo dovuto salutare. a coloro che hanno firmato il passato rendendolo ciò che è. \nad altri invece voglio dire: \n"state attenti!". non vi è permesso tutto e la natura si evolve e comprende l'essere tanto quanto noi comprendiamo essa. ha molta fantasia per difenderci. \ngrazie per aver letto, giusi🤍 |
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